il Gambero di Fiume astacus-astacus
Il Gambero di Fiume (astacus-astacus) ovvero il gambero dalle zampe rosse
Tipico frequentatore dei nostri corsi d’acqua in un passato non molto lontano, il gambero di fiume nostrano è quasi completamente scomparso. A dire il vero questa è una realtà dell’intero areale di distribuzione tanto è vero che è stata definita una specie rara.
Fino agli anni 70 il gambero nei nostri corsi d’acqua era diffuso a tal punto che lo stesso ha contribuito non poco a diversificare l’alimentazione dei nostri nonni. Ve ne erano talmente tanti che la loro cattura veniva affidata ai ragazzi e non succedeva mai che il secchio non ritornasse colmo! Il nostro amico gambero appartiene alla specie dei crostacei assieme alla mazzancolle, alle aragoste, agli scampi e ne fanno parte anche ragni, zecche, acari, scorpioni, millepiedi e a molti altri animali e appartengono al phylum Arthropoda.
Le caratteristiche dei gamberi di fiume sono: 5 paia di arti per muoversi (decapoda), 2 grandi chele e 2 lunghe antenne; è rivestito da una specie di corazza che subisce svariate mute (esuvia) per permettere all’animale il suo accrescimento proprio durante il periodo nel quale la corazza è molle. Il suo accrescimento appare molto lento in quanto il suo ciclo vitale è condizionato dalla temperatura dell’acqua (in pratica cresce solo nel periodo estivo).
E' una specie che mangia un pò di tutto, da piccoli detriti di vegetali, ai vermi o piccoli pesci.
Un aspetto curioso da ricordare è la sua capacità, in caso di bisogno, di autoamputare una delle sue chele che in un secondo tempo l’animale sarà in grado di rigenerare nuovamente.
Cosa possiamo fare per fermare le cause della sua rarefazione? Più attenzione all’ambiente che ci circonda, limitare gli inquinanti chimici in agricoltura (fosfati e nitrati sono micidiali), dotare tutti gli insediamenti urbani di depuratori degli scarichi fognari e, possibilmente, dare vita a un serio programma di ripopolamento con materiale assolutamente autoctono.